Attività

TERRITORIOITINERARIGIARDINI TEMATICI SUL LUNGOMARELA RIVIERA DELLE PALME IN BICICLETTATIPICITA' LOCALI
Mare, sole in totale relax
San Benedetto del Tronto è un’oasi verde con migliaia di palme, una spiaggia di sabbia fine ed un mare (Bandiera Blu da molti anni) a basso fondale. Un’accoglienza turistica sicuramente di primo livello con hotel, residence, bed and breakfast, appartamenti. Da non sottovalutare anche la cucina tipica locale, intrattenimenti durante la stagione estiva per grandi e piccini.
San Benedetto del Tronto respira il mare ed il verde, il suo territorio prende il nome di “Riviera delle Palme”. Lunghe spiagge di sabbia finissima e con bassi fondali rendono la città costiera, meta ideale per famiglie con bambini, rendendo le loro vacanze piacevoli e rillassanti. La Riviera comprende anche Grottammare e Cupra Marittima. Nell’entroterra invece, si trovano splendidi borghi tra cui Offida, Monteprandone, Acquaviva Picena e Ripatransone. In bici è’ suggestivo percorrere il lungomare al tramonto e successivamente visitare il centro della città con il corso principale, “viale Secondo Moretti”, luogo d’incontro più esclusivo e mondano. Qui è possibile tuffarsi in un percorso d’arte, con opere di Nespolo, Baj, Lodola, Salvo, Kostabi, Consorti dislocate lungo il percorso. Nel centro della città si trovano anche numerosi i negozi di marca dove poter fare shopping, calzature o abbigliamento. Splendido è anche il tipico mercatino per gli acquisti di Souvenir e prototti tipici con le sue bancarelle colorate.
Museo della Civiltà Marinara
“Un mare per vivere, un museo per rivivere”
Il Museo si trova nel complesso del Mercato ittico all’ingrosso e fa parte di quel “Polo museale del Mare” che già comprende il Museo delle Anfore e l’Ittico “Capriotti”, accolti nella stessa struttura portuale, e che si estende al Paese alto con la Pinacoteca del Mare ospitata a Palazzo Piacentini e che sta per essere completato con la sezione archeologica dell’Antiquarium (i lavori sono in fase di avvio).
IL PERCORSO MUSEALE Il Museo della Civiltà Marinara è organizzato per “unità narrative”. Si parte da un cono sonoro che diffonde diversi rumori del mare (dalla bonaccia primaverile alla tempesta invernale).
Il viaggio
Un grande frammento di paranza, una sorta di imbarcazione fantasma, simbolo del viaggio che si va ad intraprendere nel mondo della civiltà marinara, caratterizza la prima “unità narrativa”. L’imbarcazione appare reale nelle caratteristiche morfologiche, il fasciame, la tolda, la gioia, il boccaporto, il cordame, ma non nella materia. Il portello ricostruito, aperto dal visitatore, accoglie una postazione informatica da cui trasmettere storie di mare direttamente dai marinai intervistati. Completano lo spazio di accoglienza le sculture in gesso di Marcello Sgattoni.
I luoghi di mare
La terra ferma è narrata e approfondita su due piani, uno regionale (un pannello descrive le varie città di costa marchigiana) e uno locale (la città di San Benedetto del Tronto). In una parete del percorso è descritto il territorio di costa marchigiano, focalizzando l’attenzione sui luoghi urbani che da nord a sud segnano la costa. Nella parte di fronte si analizza l’evoluzione di San Benedetto da borgo a città di mare.
I mestieri del mare
Vi è evidenziata l’integrazione di più competenze e abilità applicate a generi e generazioni (uomini, donne, bambini, anziani) sottolineando alcune trasformazioni avvenute nel corso del tempo in funzione dell’evoluzione tecnologica. In un pannello sono individuati i luoghi dove tali mestieri venivano svolti, relazionandoli anche alla toponomastica antica della città (Squero, via dei Pescivendoli, ecc.). Il soffocante mondo dei canapini, l’attività con la quale si dà origine a tutta la filiera produttiva del cordame, fa da contrappunto al giro della ruota esposta come simbolo di un mondo scomparso fisicamente, ma non nella memoria.
Il mare comune: l’Adriatico.
Il visitatore in questa sala, ubicata intenzionalmente davanti al porto, può avvertire l’ampliamento dell’orizzonte di riferimento: l’Adriatico, mare comune nel quale le diverse culture euro-asiatiche si sono confrontate nel tempo. Una carta d’identità dell’Adriatico fornisce un quadro conoscitivo puntuale di questo bacino chiuso ma pur sempre parte dell’ampia realtà del Mediterraneo. Una seduta di fronte al porto permette inoltre al visitatore di soffermarsi e apprendere ulteriori informazioni da una narrazione sonora.
Il porto
Il terrazzo che si affaccia sul porto è stato trasformato in occasione allestitiva, intercettando l’attuale realtà portuale all’interno del percorso narrativo museale. Il balcone è una sorta di grande didascalia sull’organizzazione funzionale del porto, collocando nel tempo situazioni, attività, oggetti del presente, allo scopo di mostrare non solo la profonda evoluzione del luogo, ma anche le trasformazioni di modelli tradizionali di vita e di lavoro.
L’arte del costruire
I maestri d’ascia e la cantieristica sono comunicati attraverso documentazioni fotografiche e video. La barca e la pesca La sezione è dedicata allo studio e alla conoscenza della Paranza (barca simbolo del museo) il cui modello in scala 1:10 occupa il centro della sala ed è stato realizzato da Gilberto Penzo, tra i più accreditati professionisti in materia. Nella parete di fondo, dopo aver parlato dell’evoluzione dalla barca a vela a quella a motore, viene trattata l’epopea della pesca oceanica.
La corda, le reti, le vele
Ogni sezione approfondisce le modalità di produzione: dal materiale all’oggetto, all’uso, in funzione anche dell’evoluzione tecnologica. Nel caso della corda, la ruota (elemento suggestivo nella sezione dei mestieri) è il tramite per entrare nel mondo della produzione vero e proprio e comprenderne l’intero ciclo. Le vele, analizzate nella caratteristica tecnica (vela latina, al terzo, vela quadra) in funzione della barca, sono studiate anche sotto il profilo simbolico, creando così la necessaria intersezione per arrivare a comunicare l’antropologia del mondo marinaro.
L’approdo
Viene così colta l’occasione per creare un’unità narrativa dedicata alla spiaggia e al momento dell’approdo. Alla vita di mare, così ben comunicata dalle immagini fotografiche dell’inizio del secolo scorso di Adolfo De Carolis, viene data una riconoscibilità: la sezione apre uno spaccato sulle più importanti famiglie di pescatori sambenedettesi.
La commercializzazione, l’industria del pesce
La sezione offre un approfondimento sul tema del Mercato Ittico come spazio e luogo della commercializzazione, dando modo al visitatore di conoscere la storia dell’edificio in cui il museo è ospitato.
La letteratura di mare
Sezione dedicata al tema del mare, visto come forza naturale mai ammansita dall’uomo che tanto stimolo dà e ha dato a scrittori e poeti. La narrazione tratta i vari aspetti della letteratura di mare: dal racconto di avventura al racconto sociale, alla sublime poesia, dalla produzione letteraria di grandi autori alla visione intima e profonda della poetessa sambenedettese Bice Piacentini.
La sala video
E’ una pausa per approfondire le varie tematiche legate alla civiltà marinara. A chiusura del percorso espositivo, si è voluto lasciare spazio alla Festa della Marina, simbolo della partecipazione sociale odierna di una comunità che resta legata ai suoi valori simbolici.
Possibilità di visite guidate su prenotazione. Visite pomeridiane su appuntamento. Per Info:
Indirizzo: Banchina di Riva Malfizia, 16 Telefono: 0735/588850 – Fax:0735/588850 E-mail: musei@comunesbt.it
Ingresso libero
Orario invernale:
(1° settembre – 30 giugno) 9:00-13:00
Domenica e lunedì chiuso.
Orario estivo (1° luglio – 31 agosto): 18:00-24:00
Lunedì chiuso.
Giardini tematici sul lungomare
La realizzazione del Lungomare di San Benedetto del Tronto inizia negli anni 30” su progetto dell’ingegnere Luigi Onorati. Il progetto di riqualificazione della nascente città turistica prevedeva anche la realizzazione della Rotonda e dei giardini pubblici e di una serie di strutture, tra cui alcuni campi da tennis ed un luogo di ritrovo e per il ballo (la Palazzina Azzurra).
Negli anni 60? il Lungomare viene unito con quello di Porto d’Ascoli e per tutta la sua lunghezza sorge una cintura di hotel e chalet destinati a accogliere il crescente flusso di turisti. Lungo circa 5 km, il Lungomare di San Benedetto del Tronto è stato arricchito negli anni da palme, piccoli pini marittimi, siepi e svariate piante esotiche, da una pista ciclabile ed una ampia passeggiata.
Tra il 2005 e il 2007, il lungomare sud compreso tra la Rotonda di Porto d’Ascoli (Piazza Salvo D’Acquisto) e il “Campo Europa” subisce un sostanziale restyling su progetto dell’arch. Davarpanah Farnush. Viene ampliata la sede pedonale e la pista ciclabile, rinnovata l’illuminazione e la pavimentazione, arricchita da palme e pini che rendono ancora più esotico questo tratto di lungomare di rara bellezza.
Vengono inoltre realizzati 10 giardini tematici, arricchiti con piante particolari, piccoli laghetti e fontane, giochi di acqua e luci, arredati con panchine e poltrone per poter offrire al visitatore un punto di osservazione sia visivo che olfattivo di questi splendidi giardini.
Alcuni giardini ospitano anche dei giochi come il Giardino di Bambini o oggetti a tema come il carro agricolo del Giardino di Campagna.
1 – Giardino Multisensoriale – Tra le concessioni nn. 52 e 53 Due splendide aiuole di rose rifiorenti separano il giardino multisensoriale dalla pista ciclabile. Nei pressi della fontanella di acqua potabile un Philadelfus o Fiore d’angelo sovrasta la profumata Lavanda.
2 – Giardino di Campagna – Tra le concessioni nn. 66 e 67 L’armonia di questo piccolo fazzoletto di terra è la stessa che caratterizza molti vecchi agricoltori, l’area è divisa dalla ciclabile da due aiuole, quella a nord è composta da Salvia ornamentale a fiori rossi e viola ed Ibisco, mentre quella a sud ha, agli estremi, delle Rose rifiorenti color rosa ed al centro melograni nani e tre arbusti di Ibisco.
3 – Giardino dei Bambini – Concessione n. 71 Le due aiuole che separano l’ampio giardino dalla pista ciclabile sono formate da graminacee, intervallate nel mezzo dalla Tulbaghia a fiori viola. A ridosso della cascata si ammirano tre ordini di palmizi con Cycas in basso, Humilis in mezzo e una Yucca in alto, vicino ma leggermente spostata verso mare c’è la Buthia yatai.
4 – Giardino della Salute – Tra le concessioni nn.75 e 76 Nelle aiuole che separano questo giardino dalla pista ciclabile sono presenti Rosmarino prostrato, Salvia, Menta e Lavanda.
5 – Giardino degli Agrumi – Tra le concessioni nn. 82 e n. 83 Anche gli agrumi, come molte altri frutti, sono giunti dall’oriente. La specie capostipite è il Poncirus trifoliata riconoscibile facilmente, sulla sinistra rispetto all’ingresso del giardino, grazie alle spine grandi e ad un portamento contorto.
6 – Giardino Mediterraneo – Tra le concessioni nn. 84 e 85 Questo è il giardino più rappresentativo del clima del Piceno, le essenze sono quelle tipiche della macchia mediterranea. L’aiuola che lo separa dalla ciclabile verso sud è composta da Pitosforo nano frammisto a Santolina seguiti dal Lentisco, in quella verso nord ritroviamo ancora il Lentisco ma anche Rosmarino prostrato, Lavanda, Phillirea, ci sono inoltre degli esemplari di Melograno nano.
7 – Giardino delle Palme – Tra le concessioni nn. 86 e 87 Il grande giardino simbolo della riviera è separato dalla ciclabile da una bella siepe di Phormium verdi, rosse e variegate, l’effetto sorpresa che ne deriva fa scorgere vari palmizi.
8 – Giardino Arido – Tra le concessioni nn. 92 e 93 L’ambiente desertico è qui armonizzato da diversi giardini rocciosi contenenti succulente e piante grasse che immagazzinano rispettivamente nelle foglie e nei tronchi, l’acqua necessaria al loro fabbisogno.
9 – Giardino Umido – Tra le concessioni nn. 94 e 95 Nelle aiuole che separano il giardino dalla ciclabile abbiamo diverse graminacee tra le quali spicca il Miscanto zebrino con le caratteristiche zebrature gialle sulle foglie verdi e che è posizionato anche a ridosso del laghetto, altre graminacee degne di nota sono il Pennisetum con le sue soffici spighe ed la Phalaris arundinacea una canna variegata.
10 – Il Giardino delle Rose – Tra le concessioni nn. 98 e 99 A ridosso dell’ingresso dell’area sul lato sud ci sono Rose Carter D’Or a fiori gialli, avvicinandoci all’ingresso troviamo il rosa candido della Rosa Pascali posizionata a semicerchio che delimita un gruppo di Rose rosse denominate La Sevillana le quali hanno la caratteristica di essere rifiorenti, ovvero di rifiorire anche dopo maggio più volte anziché una sola volta, verso maggio-giugno.
Un giro in bici lungo la riviera, per rilassarsi e poter ammirare la bellezza e i luoghi della Riviera delle Palme. Una pista ciclabile di circa 15 km, che costeggia la spiaggia e che unisce i comuni di San Benedetto del Tronto, Grottammare e Cupra Marittima.
Partiamo dalla Rotonda Salvo D’Acquisto all’inizio del nuovo lungomare Sud di San Benedetto del Tronto e, incamminandoci verso nord tra file di chalet e hotel, pedaliamo tra i suoi salottini all’aperto, le piccole oasi e i suoi 10 giardini tematici. Alla fine del nuovo lungomare troviamo il “Campo Europa” con la sua ombreggiata pineta, fornita di un percorso con varie attrezzature per poter effettuare esercizi ginnici e meta di appassionati sportivi o di persone in cerca di un fresco riparo a pochi metri dalla spiaggia.
Arrivati al ponte del torrente Albula, inizia una immensa isola pedonale, tutta immersa nel verde delle immancabili palme e splendidi giardini e piccoli parchi forniti di giochi e percorsi per i più piccoli. All’inizio del viale troviamo la Palazzina Azzurra, restaurata recentemente, utilizzata per ospitare mostre e eventi culturali e matrimoni civili.
Alla fontana della rotonda Giorgini, l’isola pedonale prosegue ancora verso la collina. Qui inizia il salotto della città con i suoi negozi e boutique ed i suoi numerosi locali. Sullo sfondo si intravede il vecchio borgo della città, il “Paese Alto”, e lungo la passeggiata troviamo diverse opere d’arte di vari artisti contemporanei come Ugo Nespolo, Mark Kostabi e altri.
Proseguendo dal torrente Albula sulla pista ciclabile incontriamo il piccolo e variopinto mercatino estivo con le sue bancarelle di souvenir e curiosità e più avanti la statua del “Pescatore” fino al molo Sud del porto di San Benedetto del Tronto. Muovendoci tra le banchine del porto possiamo ammirare il porticciolo turistico e quello peschereccio, dove ormeggia una delle flotte più importanti dell’Adriatico. Nella zona del porto si trovano anche il Museo Ittico e il Museo della Civiltà Marinara, quest’ultimo ospitato all’interno del complesso del Mercato Ittico dove ogni mattina si svolge l’asta del pesce.
Superato il porto e il vecchio stadio Ballarin, comincia il lungomare sud di Grottammare anch’esso di recente realizzazione e costeggiato da chalet e sul lato opposto dagli hotel, ma che nel tratto finale prima della foce del torrente Tesino lasciano il posto a grandi vivai, attività molto sviluppata in questa città. All’avvicinarsi del centro della città le palme si fanno più fitte e assume un aspetto elegante con i suoi numerosi villini e ville in stile liberty, mentre sullo sfondo possiamo ammirare il castello di Grottammare col suo antico borgo.
La pista ci porta verso Cupra Marittima su di un tratto stretto, quasi schiacciato tra la collina, ora molto vicina, e la spiaggia. Arrivati a Cupra ritroviamo i primi chalet e ammiriamo sulla collina i resti del Castello di S. Andrea e l’antico incasato, il “Borgo di Marano”. Più all’interno della città esiste un parco archeologico di epoca romana mentre a ridosso della SS16 troviamo il tempio della “Dea Cupra”. Quasi alla fine della nostra pedalata, ritornando verso l’interno troviamo il Museo Malacologico che conserva esemplari di conchiglie provenienti da oltre 96 paesi.

Il Borgo di Grottammare
Viaggio tra i piccoli borghi medievali del territorio Piceno, arroccati su verdi colline e pieni di storia.
L’antico borgo della città di Grottammare si trova su di un colle da cui domina la città moderna.
Il Castello di Grottammare fu edificato probabilmente nel X secolo e successivamente potenziato (nel XII sec.) quando divenne parte dei possedimenti della città di Fermo.
Del vecchio castello che si trovava in cima al colle, rimangono pochi tratti di mura ed i basamenti delle torri, immersi in una lussureggiante pineta.
Al castello si accedeva tramite tre porte: Porta Marina (poco lontana dal “Torrione della battaglia”) ad est, Porta Castello a nord (dalla quale si arriva all’”Oasi dei Monti”) e Porta Maggiore a sud (demolita agli inizi del 1900). Entrando dal lato sud del borgo ci troviamo subito in Piazza Peretti, sulla quale si affacciano la Torre dell’Orologio, il Teatro dell’Arancio sulla cui facciata possiamo osservare la statua di Sisto V e la Chiesa di S. Giovanni. Sul lato est della piazza, un “loggiato” offre un bel panorama sulla città ed sul litorale. Proseguendo all’interno del borgo troviamo la Chiesa di Santa Lucia edificata su richiesta di Papa Sisto V.



Le olive all’ascolana.
Le olive all’ascolana sono il piatto tradizionale più importante della cucina Picena e Marchigiana, apprezzate e conosciute in tutto il mondo.
La ricetta è nata intorno alla fine dell’800 e prevede l’utilizzo di olive “ascolane tenere”, generalmente conservate in una salamoia condita con semi di finocchio selvatico ed erbe aromatiche locali. Per il ripieno delle olive vengono utilizzate tre tipi di carni differenti, manzo, suino e pollo (o tacchino) che vengono cotte e poi unite a parmigiano grattugiato, uova, mollica di pane, verdure e aromi.
Le olive vengono snocciolate, tagliandole a spirale, e poi riempite con il ripieno di carne. Vengono passate nella farina, poi nell’uovo e nel pan grattato ed infine vengono fritte nell’olio bollente.
E’ tradizione servire le olive accompagnate dai “Cremini”, crema dolce impanata e fritta che ben si accompagna al sapore amarognolo delle olive fritte.
Sia le olive che i cremini vengono servite nel classico “Fritto misto all’Ascolana”, piatto che comprende anche le cotolette d’agnello, i carciofi e le zucchine, tutte pietanze rigorosamente fritte.
In tempi più recenti si è affiancata alla tradizionale ricetta Ascolana una più marinara, in cui il ripieno invece di essere di carne è realizzato con diverse varietà di pesce tipico del mare Adriatico (Olive di Pesce)

Brodetto alla Sambenedettese.
Il Brodetto alla Sambenedettese sicuramente rappresenta il piatto principe della gastronomia locale. Questa ricetta viene tramandata dai vecchi marinai che, una volta usciti in mare con le loro barche, avendo necessità di sfamarsi utilizzavano i pesci meno pregiati per prepararla. Ingrediente fondamentale l’aceto, che veniva utilizzato per dare una copertura agre a certi “odori” che potevano crearsi allo stesso pesce. Tra i pesci più comuni per preparare il brodetto alla sambenedettese ricordiamo le seppie, i calamari, il pesce ragno, il sugarello, la razza, il palombo, la rana pescatrice, lo scorfano, gli scampetti e le canocchie. Tra gli odori da non dimenticare la cipolla bianca, il peperone rossoverde, il peperone giallo, i pomodori verdi acerbi e l’olio extra vergine di oliva delle nostre colline. Prima di servirla nel piatto, vanno aggiunte delle fette di pane casereccio arrostite che vengono inzuppate con il “brodetto”.